Il D.Lgs. 101/2018, di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni europee in materia di privacy, è entrato in vigore lo scorso 19 settembre.
La nuova normativa ha dei riflessi anche sulla gestione del rapporto di lavoro; in particolare è stata individuata tutta una serie di dati che, per la loro elevata sensibilità, non possono essere trattati dal datore di lavoro. Tra questi rientrano, a titolo esemplificativo, le informazioni in materia di convinzioni religiose, appartenenza sindacale e salute.
Le suddette informazioni possono essere trattate solo in presenza di un interesse pubblico rilevante.
Possono continuare ad essere utilizzati, nel rispetto delle regole in materia di protezione dei dati personali, i dati biometrici e i dati relativi alle condanne penali e ai reati quando a richiederlo è, però, una specifica norma di legge.
È stata prevista, inoltre, la promozione da parte del Garante di specifiche regole deontologiche per i soggetti pubblici e privati che, nell’ambito di un rapporto di lavoro, entrano in contatto con specifici dati personali.