Value Chain Competitiveness: la formazione digitale. Durante la pandemia, i lavoratori sono stati obbligati a rimanere a casa e lontani dal loro ufficio e ad utilizzare i dispositivi informatici a loro disposizione. Molti di loro hanno sofferto la mancanza di competenze digitali di base, infatti in Italia, secondo i dati DESI, solo il 46% della popolazione dichiara di possedere le competenze digitali almeno di base.
Per ovviare a queste problematiche, l’Unione Europea, con la collaborazione di Inapp e del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha deciso di proporre un programma, denominato Value Chain Competitiveness, con l’intento di raccogliere alcune delle principali sfide presenti oggi nelle proposte europee. Questi percorsi, su misura del lavoratore, tengono conto delle specifiche necessità di upskilling/reskilling dei target individuati.
Alcuni degli obiettivi di questo progetto sono:
- l’incremento delle competenze dei lavoratori – in particolare di quelli di età superiore ai 50 anni – ma, più in generale, dei lavoratori adulti con un insufficiente livello di competenze digitali;
- lo sviluppo di processi e dispositivi di validazione e riconoscimento delle competenze acquisite, in stretta collaborazione con le Regioni e le Parti Sociali e nel pieno rispetto della normativa vigente;
- la sensibilizzazione e la conoscenza dei benefici a lungo termine per il sistema delle imprese e dei loro principali stakeholder quando si investe nel miglioramento delle competenze.
I dati su questo progetto ancora non sono completi in quanto sono ancora in corso le fasi di somministrazione ai percorsi di apprendimento che si concluderà entro dicembre 2022.
Questa occasione risulta essere molto importante da una parte per innalzare il livello delle competenze digitali dei lavoratori italiani e dall’altra per migliorare la concorrenzialità delle imprese nostrane.
Value Chain Competitiveness: la formazione digitale.