In malattia di giorno e al lavoro di sera. La Cassazione conferma il licenziamento. Con l’ordinanza n. 1472 del 15 gennaio scorso la Corte di Cassazione si è espressa sul caso di licenziamento di una lavoratrice dal doppio comportamento: durante le ore serali in un locale ad accogliere e servire i clienti, di giorno assente dal lavoro perché affetta da “lombalgia acuta”.
A seguito delle considerazioni medico legali, la condotta del dipendente in malattia che si pone in contrasto con i doveri di cura e di guarigione è in grado di ledere in modo grave il vincolo fiduciario con il proprio datore di lavoro. Una dimostrazione di scarsa correttezza e buona fede nell’esecuzione del rapporto.
Imprudenza del lavoratore assente per malattia: legittimo il licenziamento
Secondo la Corte, il lavoratore deve astenersi da comportamenti che possono ledere l’interesse del datore di lavoro alla corretta esecuzione della prestazione lavorativa.
La dipendente si è dimostrata gravemente negligente nella scelta di non optare per il riposo.
Svolgere un’attività durante il periodo di assenza dal lavoro per malattia, costituisce illecito di pericolo e non di danno: sussiste non soltanto se quell’attività abbia effettivamente provocato un’impossibilità temporanea di ripresa del lavoro anche quando la ripresa sia stata posta in pericolo, con comportamenti imprudenti.