16 Settembre 2024

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Controllare mail è illecito, Cassazione su un caso di licenziamento

Controllare mail è illecito, Cassazione su un caso di licenziamento. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza 18168 del 2023, ha confermato le sentenze di illegittimità del licenziamento per controllo illecito della mail aziendale e a seguito di un’attività di pedinamento.

La questione in oggetto nello specifico tratta di un dirigente licenziato dopo tre contestazioni disciplinari con le quali, nel 2018, gli era stata addebitata “una condotta di insubordinazione e di violazione dei doveri di diligenza e fedeltà nonché dei generali principi di correttezza e buona fede per avere intrattenuto rapporti e contatti con soggetti riferibili a realtà imprenditoriali in concorrenza e per essersi sottratto ad un accertamento tecnico preventivo, facendo così dubitare della genuinità della malattia posta a fondamento delle assenze”.

A monte del licenziamento, quindi, un controllo generalizzato di tutte le comunicazioni sul pc del dirigente e una pratica massiccia di digital forensics e  pedinamento.

La Corte di Cassazione ha sottolineato il mancato rispetto da parte  dell’azienda della disciplina dell’art. 8 della CEDU e della normativa interna, non avendo comunicato né tale attività né il campo operativo della sorveglianza.

In questi casi il “dante causa” ha l’onere della prova della proporzionalità di azioni e motivazioni che comportano un controllo simile.

Elementi, questi, mai prodotti dall’azienda in giudizio e motivo di condanna da parte della Cassazione che ha così ritenuto di confermare le sentenze dei gradi precedenti. L’azienda è stata condannata al pagamento delle spese liquidate in euro 10.000,00.

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