La Corte di Cassazione con sentenza 12 settembre 2018, n. 22188 è intervenuta sui contratti a termine in riferimento a quanto previsto dal D.lgs. 368/2001. Nella sentenza sono stati, però, chiariti alcuni importanti principi che risultano essere utili anche alla luce delle novità introdotte dal Decreto Dignità.
La Corte, infatti, ha chiarito che grava sul datore di lavoro l’onere di specificare in un apposito atto scritto le ragioni oggettive, le esigenze di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo che giustificano l’apposizione del termine finale al contratto. L’indicazione delle suddette causali deve avvenire in modo circostanziato e puntuale al fine di garantire, come la Corte ha avuto modo di sottolineare anche in altre occasioni, la verifica delle condizioni che hanno reso necessaria l’apposizione di un termine al contratto.
È stato, inoltre, ribadito che deve esserci corrispondenza tra le mansioni svolte e quanto previsto nel contratto di assunzione.
Fonte: Corte di Cassazione