La Corte di Giustizia dell’Unione Europea interviene in materia di indennità supplementari legate al lavoro part-time. Il caso sollevato da piloti di volo.
Più in dettaglio ai piloti di una compagnia di volo con contratto di lavoro a tempo parziale era stato riservato un trattamento economico meno favorevole rispetto ai colleghi a tempo pieno, riscontrabile nel calcolo della remunerazione maggiorata connessa alle ore di volo effettuate.
In particolare, sulla base dei contratti collettivi applicati dalla compagnia aerea, il lavoratore ad orario ridotto riceveva una remunerazione supplementare sulla base di tre aliquote orarie crescenti con il superamento di determinate soglie, identiche a quelle previste per i piloti full time.
Ma nella contrattazione non erano previste riduzioni delle soglie in proporzione ai rapporti a tempo parziale, quindi per i piloti in part time diventava difficile riuscire a superarle. Una disparità di trattamento non giustificabile secondo i giudici.
La decisione sulla disparità per i part-time nelle maggiorazioni supplementari
Secondo la Corte comunitaria una normativa nazionale non può subordinare la corresponsione di una remunerazione supplementare in modo uniforme per i lavoratori a tempo parziale e per i lavoratori a tempo pieno una volta superato lo stesso numero di ore di lavoro.
Tale condotta costituisce un trattamento discriminatorio verso i lavoratori a tempo parziale ai sensi della clausola 4, punto 1 dell’accordo quadro sul lavoro a tempo parziale, sempre che tale trattamento non sia giustificato da ragioni obiettive individuate dal giudice.
Queste, in sintesi le motivazioni esposte nella sentenza C-660/20 dell’Alta Corte internazionale.
UE, Corte di Giustizia: no a disparità per i part-time nelle maggiorazioni supplementari.