26 Aprile 2024

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Brexit: ipotesi uscita senza accordo – parte prima

La vicenda Brexit si fa sempre più complessa e si apre lo scenario di una possibile uscita del Regno Unito dall’Unione europea senza accordo.

Pur non essendo auspicabile tale ipotesi, la Commissione europea si sta, comunque, preparando alla gestione di questa evenienza con una prima analisi delle possibili conseguenze diffusa nel comunicato stampa dello scorso 25 marzo.

La questione Brexit, iniziata lo scorso 29 marzo 2017 con la notifica dell’intenzione di uscita al Consiglio europeo, va avanti, oramai, da quasi due anni. La gestione, soprattutto sul piano interno, si è rilevata essere più complicata del previsto con un Parlamento che, nonostante la caratteristica del premierato forte tipica della forma di governo britannica, si è mostrato compatto e pronto a dare battaglia al Primo Ministro.

A testimonianza delle difficoltà di gestione del processo di uscita vi è la lettera dello scorso 20 marzo con la quale il Regno Unito ha fatto richiesta di un’estensione del periodo di due anni che l’art. 50 TUE concede allo Stato Membro recedente per la definizione dei contenuti dell’accordo di uscita.

Il Consiglio europeo ha accordato l’estensione del periodo fino al 22 maggio a condizione che l’accordo di recesso sia approvato dalla Camera dei comuni entro e non oltre il 29 marzo 2019. In caso contrario il Consiglio europeo ha accettato una proroga soltanto fino al 12 aprile 2019.

Vista l’imminente scadenza delle tempistiche e considerando anche lo scenario politico interno, l’ipotesi di un recesso senza accordo si è fatta sempre più realistica.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze?

Il Regno Unito diventerà un c.d. Paese terzo senza regime transitorio: ciò significa che tutto il diritto europeo smetterà di applicarsi all’istante con notevoli disagi per cittadini, imprese e lavoratori.

Le relazioni tra il Regno Unito e gli Stati membri dell’Unione europea saranno regolate dalle norme del diritto pubblico internazionale; i cittadini britannici smetteranno di essere cittadini europei e saranno ripristinati i controlli alle frontiere.

Ad oggi la Commissione europea ha presentato ben 19 proposte legislative per far fronte alla vicenda Brexit; 17 di queste sono state già approvate dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Considerando la portata che l’ipotesi di un recesso senza accordo potrebbe avere, nei prossimi articoli saranno analizzate, più nello specifico, le conseguenze con particolare attenzione ai riflessi che queste potrebbero avere sul mondo del lavoro.

A cura di La Rocca e Associati S.p.A.

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