Smart working: per la tassazione rileva la nozione di residenza fiscale. Al fisco è stata proposta la risoluzione di un caso alquanto sui generis, ovvero quello di un cittadino italiano che lavora in Inghilterra, ma che successivamente ha deciso di tornare in Italia continuando a svolgere in smart working la sua attività lavorativa alle dipendenze di un datore di lavoro inglese.
Il cittadino italiano chiede dove dovrà pagare le imposte e se potrà non fissare obbligatoriamente la residenza in Italia in quanto altrimenti rischierebbe di perdere il lavoro.
L’AdE, non potendo scendere nei particolari in assenza di dati specifici, decide di procedere con le sue dovute considerazioni in base alle informazioni fornite dall’istante. La stessa afferma che:
- per il primo anno in cui è tornato in Italia, essendo stato per la maggior parte del tempo in territorio straniero, dovrà pagare le tasse in Inghilterra;
- per il secondo anno in cui si è trasferito, essendo stato almeno 183 giorni in Italia, dovrà adempiere agli obblighi fiscali nel suo stato di appartenenza.
Smart working: per la tassazione rileva la nozione di residenza fiscale.