Si può licenziare per giusta causa del dipendente al quale è stata contestata la reiterata erroneità delle operazioni, se previsto dal CCNL applicato. Lo ha deciso la Corte di Cassazione con la sentenza n. 15140 del 30/05/2023.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14114 del 23/05/2023, ha stabilito la legittimità del licenziamento per giusta causa intimato ad un lavoratore per una condanna penale, intervenuta diversi anni prima in relazione ad una condotta estranea al rapporto di lavoro, per un reato di particolare gravità.
Il caso specifico valutato dalla Corte è quello di un dipendente al quale è stato chiesto di effettuare dei corsi di formazione. Tali corsi non avrebbero comportato sacrificio degli istituti contrattuali quali ferie o permessi.
Licenziamento per giusta causa del dipendente che minaccia il datore di lavoro in chat. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 11344 del 2 maggio 2023, ha stabilito la legittimità del licenziamento per giusta causa irrogato ad un dipendente a seguito di atteggiamenti minacciosi e provocatori nei confronti del datore di lavoro.
Con l’ordinanza n. 10623 del 20 aprile 2023, la Suprema Corte di cassazione, è intervenuta confermando il licenziamento irrogato a un lavoratore da parte della propria azienda di appartenenza, per la mancata effettuazione delle ore di straordinario richieste.
La Corte di Cassazione, con la sentenza 7029 del 9 marzo 2023, ha stabilito che offendere una collega con tono di scherno, in riferimento all’orientamento sessuale, è una forma di discriminazione punibile con il licenziamento.
La corte di Cassazione, con l’ordinanza depositata il 6 marzo del 2023 n. 6584, ha confermato il licenziamento di una guardia Giurata che a seguito di una contestazione ha inveito contro il datore di lavoro estraendo la pistola d’ordinanza.