Norme anti delocalizzazione. Con il Decreto aiuti ter, il legislatore ha inserito delle sanzioni nel caso in cui l’imprenditore avesse la volontà di chiudere stabilmente una sede all’interno del territorio nazionale.
Tale norma serve per tutelare il tessuto lavorativo del nostro paese, applicabile ai datori di lavoro con almeno 250 lavoratori che vogliono delocalizzare la sede fuori dal territorio dello stato, i quali licenzino almeno 50 dipendenti o comunque il 40% dei lavoratori.
L’art. 1, commi da 224 a 237 della legge n. 234/2021, prevede che il datore di lavoro deve dare comunicazione scritta della volontà di chiudere una “di uno stabilimento, di una filiale, o di un ufficio o reparto autonomo situato nel territorio nazionale, con cessazione definitiva della relativa attività”, è tenuto a coinvolgere le rappresentanze sindacali aziendali o alla rappresentanza sindacale unitaria, nonché alle sedi territoriali delle associazioni sindacali di categoria comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e, contestualmente, alle regioni interessate, al Ministero del lavoro e delle politiche sociali, al Ministero dello sviluppo economico e all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro
Entro 60 giorni dalla comunicazione deve presentare ai soggetti interpellati un progetto di minimo 12 mesi per ridurre l’incisione dell’interruzione dell’attività.
A conclusione di questo procedimento, se comunque decide di chiudere la sede in senso lato, dovrà tutte le agevolazioni iscritte nel registro degli aiuti di stato percepiti nei 10 anni antecedenti l’avvio della procedura medesima in proporzione della riduzione di occupazione.
L’imprenditore non potrà godere di ulteriori fondi fino a che non abbia restituito l’importo per lui fissato, con possibilità da parte della P.A. di proporre un procedimento di pignoramento.
Se le organizzazioni sindacali non sottoscrivono il piano il datore di lavoro dovrà finanziare la Naspi aumentato del 500%.
Nel caso opposto si dovrà comunicare mensilmente lo stato della procedura.
Esenti da questa disciplina, infine, sono i datori di lavoro che si trovano in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne rendono probabile la crisi.
Norme anti delocalizzazione.