9 Maggio 2024

Notizie dal mondo del lavoro, previdenza e fisco

La Rassegna dell’8 marzo 2024

(Audio realizzato con I.A.)

La rassegna della settimana. In primo piano: “Occupazione e gender gap”. Poi l’Economia, l’Innovazione, l’Informazione.

Venerdì 8 marzo Festa internazionale della donna. Speciale del Sole24Ore a pagina 23 su donne, diritti e digitale: “Sulla IA la sfida è affidare la rivoluzione alle donne”. È urgente orientare bambine e ragazze al digitale. 

“Il numero di lavori Stem sta crescendo a ritmo doppio rispetto agli altri, ma in Europa la presenza femminile è inchiodata al 25%”.

E in Italia è uomo ben l’84% degli specialisti Ict. Un rischio anche per i diritti. 

Idem. La settimana si era aperta lunedì scorso con “Occupazione e gender gap” a tutta pagina sul Sole 24 Ore (in prima e pagine 2 e 3).

Commentando il Rapporto 2023 dell’Istat la testata metteva in risalto che in 10 anni il numero delle lavoratrici è aumentato di quasi 1 milione.

Nonostante questi progressi, il divario con la media Ue rimane ampio.

Come ampio resta il divario tra Nord e Sud, con il Nord che vanta tassi vicini ai dati europei. 

Mentre in Calabria, Campania e Sicilia lavora solo 1 donna su 3. 

Sempre sul Sole (in prima e pagina 5) in evidenza la riforma fiscale, per la cui attuazione servirebbero 44 regolamenti.

Economia

Lunedì scorso l’Editoriale di Ferruccio De Bortoli e lo speciale di Corriere Economia sulla crescita economica Europea. 

Oggi su tutti i quotidiani.

La Bce, come previsto, mantiene i tassi invariati ma apre al taglio dei tassi: più fiduciosi 

sul calo dell’inflazione. Resta alta la pressione dagli aumenti salariali.

Il consiglio direttivo della Bce ieri ha iniziato a preparare il terreno per l’avvio del ciclo della normalizzazione della politica monetaria dopo l’attuale fase restrittiva. Indietro quindi non si torna. 

Per La Stampa a pagina 24, la Bce riduce le stime su inflazione e Pil, Lagarde verso il taglio dei tassi a giugno. 

Diffuso ieri giovedì 7 marzo il rapporto Ocse sull’economia nel mondo.

Il debito sovrano viaggerebbe sui 56mila miliardi. 

Ma cosa è successo in questi giorni? 

Martedì 5 marzo i fari erano puntati sul bitcoin.

Il 5 marzo il valore del bitcoin si è avvicinato al suo record storico. 

Come sottolinea l’agenzia Reuters, da inizio 2024 la moneta virtuale ha guadagnato già il 50% del proprio valore, vivendo uno sprint tra febbraio e marzo con l’aumento dei flussi generati dalle negoziazioni degli exchange traded fund (Etf) spot sulla criptovaluta, approvati dalla Securities and exchange commission (Sec) degli Stati Uniti, l’ente che vigila sui mercati finanziari. proprio al principio dell’anno.

Fonte Wired

Mercoledì 6 marzo invece giornata storica per lo spread italiano.

Lo spread Btp-Bund ha chiuso a 131 punti, ai minimi dal 2022 scendendo di sei punti in un giorno.

Innovazione.

“Sarà l’intelligenza artificiale il motore della prosperità”. Michele Spence su Affari e Finanza lunedì scorso tracciava il grafico degli investimenti fino al 2030. 

Ancora lunedì scorso.

“6G: la bataille entre l’Europe, Les Etas Unit e la Chine est deja commnce”. La prima pagina del settimanale economico francese La Tribune. 

Tra le notizie della settimana la causa in corso Microsoft New York Times riportata dai principali media internazionali tra cui il Washington Post.

Microsoft ha presentato un’istanza per contestare parte delle accuse a suo carico nella causa intentata dalla New York Times Company sulla violazione della proprietà intellettuale nello sviluppo dei prodotti di intelligenza artificiale insieme al partner OpenAI.

L’editore del New York Times ha fatto causa alle due aziende il 27 dicembre scorso, accusandole di violare il diritto d’autore nell’utilizzo degli articoli del gruppo per addestrare Chat GPT, mettendo a rischio il futuro dell’informazione. 

È stata anche la prima grande azienda dei media statunitense a prendere una posizione contro il boom dell’AI.

Nel chiedere di far cadere le accuse, Microsoft sostiene che i grandi modelli linguistici su cui si fondano i chatbot AI non si sostituiscono alle notizie dei giornali e non soppiantano i materiali su cui sono stati addestrati, bensì “insegnano ai modelli il linguaggio”, aggiungendo che il New York Times non abbia subito un danno reale. 

Fonte Ansa

Giovedì 7 marzo

Giornata storica per il Digital markets act. 

È entrato in vigore il regolamento europeo sui mercati digitali.

Interessa i servizi di 6 big tech: Google, Amazon, Meta, Apple, TikTok e Microsoft.

La nuova legge impatta sei grandi piattaforme: Alphabet (la holding di Google), Amazon, Apple, Meta (che possiede Facebook, Instagram e Whatsapp), Bytedance (la casa madre di TikTok) e Microsoft, e 22 dei loro servizi.

Ma vediamo perché.

La Commissione europea ha selezionato le grandi piattaforme che reputa gatekeeper e che quindi devono assoggettarsi al regolamento. 

Sono appunto 6 le multinazionali designate e 22 i servizi “core” indicati.

Rientrano nel club dei gatekeeper Alphabet, la holding di Google, Amazon, Apple, Meta (che possiede Facebook, Instagram e Whatsapp), Bytedance (la casa madre di TikTok) e Microsoft.

 Nei servizi core rientrano TikTok, Facebook, Instagram, LinkedIn per l’area social network.

 Whatsapp e Messenger sono sotto il cappello messaggistica, Youtube in quello video, Google Search sotto il campo ricerca, Chrome e Safari in ambito browser.

 Google, Amazon e Meta sono considerati centrali per il segmento pubblicità. Android, iOS e Windows per i sistemi operativi. Mentre nel campo dell’intermediazione e dell’ecommerce si contano Google Maps, Google Play, Google Shopping, Amazon Marketplace, App store di Apple e Meta Marketplace.

Per la Commissione possono influenzare il mercato interno, modellare i rapporti tra utenti e aziende online e detenere una posizione difficilmente contendibile.

 L’obiettivo di Bruxelles è controbilanciare il potere di queste multinazionali costringendole a rendere i loro servizi interoperabili,  imponendo la disinstallazione di app che i grandi colossi forniscono di default per mantenere gli utenti dentro il loro perimetro. 

La Commissione chiede trasparenza sui meccanismi di pubblicità e gli algoritmi di raccomandazione e indicizzazione.

Di fatto i gatekeeper sono snodi fondamentale per gli utenti per raggiungere una serie di servizi e business online e viceversa. 

Fonti Ansa e Commissione Europea

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