Il Decreto Poletti, prima misura del c.d. “Jobs Act” del Governo Renzi, ha ottenuto nella giornata di ieri, mercoledì 7 maggio, la fiducia del Senato e si appresta ora a tornare alla Camera per l’approvazione definitiva.
Numerose sono le modifiche rispetto alla versione originaria dell’atto governativo, in vigore dal 21 marzo 2014.
Tra le novità principali, che saranno oggetto di prossimi approfondimenti, particolarmente interessanti risultano quelle in materia di contratti a termine e di apprendistato. Con riferimento ai rapporti di lavoro a tempo determinato, si segnalano, innanzitutto, l’abbassamento del numero di proroghe, che passano da 8 a 5, e l’introduzione di una sanzione pecuniaria (che va dal 20% al 50% della retribuzione del lavoratore) in caso di superamento del limite del di utilizzo dei contratti a termine.
Tale limite rimane fissato al 20%, ma viene precisato che, ai fini del suo computo, devono essere conteggiati i dipendenti a tempo indeterminato in forza al primo gennaio dell’anno di assunzione. Dal raggiungimento della soglia del 20% vengono esclusi i contratti stipulati dagli enti di ricerca. Altre novità di rilievo riguardano il contratto di apprendistato, anch’esso oggetto di profonde modifiche.
Viene, rispetto al testo del Decreto Legge n. 34/2014, reintrodotto l’obbligo di redigere per iscritto, seppur in forma semplificata, il piano formativo nonché previsto l’obbligo di stabilizzare almeno il 20% degli apprendisti per le aziende che occupano più di 50 dipendenti. Quanto all’offerta formativa pubblica, viene stabilito l’obbligo delle Regioni di comunicare le modalità di fruizione e di svolgimento della stessa entro 45 giorni dalla comunicazione dell’instaurazione del rapporto di lavoro con l’apprendista. Infine, viene ripristinata la possibilità di stipulare contratti di apprendistato, anche a tempo determinato, per le attività stagionali.