Le donne intenzionate ad usufruire dell’Ape Social potranno ricevere uno sconto sui requisiti contributivi in relazione al numero di figli. È questa la proposta del Governo ai sindacati al fine di rendere più appetibile il ricorso all’anticipo pensionistico.
Nello specifico, si ipotizza una diminuzione della contribuzione necessaria pari a sei mesi per ogni figlio, fino ad un massimo di due anni.
Cos’è l’Ape social?
Si tratta di una misura sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 al 31 dicembre 2018, intesa ad accompagnare verso l’età pensionabile soggetti in determinate condizioni. Nella sua versione originaria si prevede che per accedervi sono necessari almeno 63 anni di età e da 30 a 36 anni di contribuzione a seconda della categoria di appartenenza.
Attraverso lo sconto sopra menzionato sarebbero sufficienti 28 anni di contribuzione, anziché 30, in caso di disoccupazione e 34 anni, anziché 36, per le lavoratrici impegnate in attività gravose.
I numeri fino ad oggi
Tale ipotesi del Governo, giudicata poco incisiva da parte dei sindacati, servirebbe a ridurre il divario fra le domande di anticipo pensionistico fatte pervenire dagli uomini e quelle avanzate dalle donne. Queste ultime, infatti, pesano per circa il 29% rispetto al totale delle richieste di accesso all’Ape Social pervenute all’Inps.