A.I. Apprendimento permanente e policy in primo piano.
I ministri del Lavoro di Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti sono ospiti in Italia per il G7 Lavoro a Cagliari per due giorni.
I lavori vertono su questioni cruciali come intelligenza artificiale, cambiamenti demografici e inclusione.
Oggi dopo l’apertura ufficiale a Palazzo Regio e la foto di gruppo, il tavolo ha stretto il focus sull’I.A.
Il “piano d’azione per l’adozione umano-centrica di un’intelligenza artificiale sicura, protetta e affidabile nel mondo del lavoro” è l’obiettivo principale del G7 Lavoro e occupazione.
L’ambizione è quella di passare all’azione, dopo i principi guida adottati dal G7 Giappone con il processo di Hiroshima sull’intelligenza artificiale, lo scorso anno.
Arrivare a impegni che i diversi paesi possano declinare in interventi adeguati ai diversi contesti nazionali.
Sul tavolo c’è anche la definizione dei principi di policy per un mondo del lavoro resiliente in società che invecchiano e un piano d’azione per migliorare le condizioni di lavoro nel settore dell’assistenza.
Il terzo tema fondamentale sarà quello delle competenze e dei sistemi di apprendimento permanente.
Alla riunione prendono parte anche il commissario europeo per il Lavoro e i diritti sociali, il direttore generale dell’Oil-Organizzazione internazionale del lavoro, il direttore per l’Occupazione, il lavoro e gli affari sociali dell’Ocse e i rappresentanti delle parti sociali.
Come va gestita l’intelligenza artificiale?
L’intelligenza artificiale “va gestita, è una tecnologia con enormi potenzialità in tutti i settori. Va gestita con buone regole, adeguate ai problemi specifici dell’IA e con una partecipazione e coinvolgimento del mondo del lavoro, sia imprenditori che lavoratori”. Lo ha detto all’ Ansa Stefano Scarpetta, direttore per il lavoro, l’occupazione e le politiche sociali dell’Ocse, a margine del G7 lavoro.
In merito alle preoccupazioni dei sindacati circa la possibilità che l’IA possa diventare uno strumento nelle mani delle imprese per esercitare una sorveglianza digitale, Scarpetta ha sottolineato che “gli algoritmi sono già utilizzati nella gestione del personale. Molti manager dicono che hanno migliorato la performance dell’impresa, ma che loro stessi non sono sicuri su come gestire i risultati di questi algoritmi”.
Il ruolo della trasparenza nell’uso dell’IA
Secondo il direttore dell’Ocse “c’è bisogno di trasparenza, spiegare ai lavoratori che certi algoritmi sono usati nella gestione dell’attività professionale all’interno dell’impresa e che bisogna fare una valutazione sui risultati di utilizzo di questi modelli.
Perché il rischio è che il manager e il lavoratore non ne siano completamente al corrente. Questo va evitato.
Abbiamo fatto un’inchiesta tra i lavoratori sull’impatto dell’IA e tre su cinque dicono che ha migliorato la loro performance e anche la qualità del loro lavoro, in quanto si potevano concentrare sulla parte più interessante.
La parte più di routine e più pericolosa la facevano gli algoritmi. Allo stesso tempo ci dicono che lì dove l’impatto è più positivo è quando i lavoratori sono informati sul fatto che l’IA è utilizzata. Cioé quando non è una cosa che scoprono, ma quando sono stati coinvolti.
Questo è un elemento importante”.