Tra dubbi e paure e il forte entusiasmo di chi pensa positivo delle nuove tecnologie intelligenti. “L’avvento dell’Intelligenza artificiale sarà l’inizio della fine o l’inizio di nuove opportunità?”.
Si parla di “Tecno-entusiasmo”: secondo Lorenzo Moltrasio, Managing Director PHD Italia, va di pari passo con il timore di essere tagliati fuori dalla prossima grande rivoluzione tecnologica.
Tanti i vantaggi che arrivano dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tante le implicazioni tecniche e etiche trasversali al mondo del diritto e dell’organizzazione del lavoro.
L’utilizzo di questi strumenti aumenta il rischio di violazioni delle disposizioni dell’art.4 dello Statuto dei lavoratori e delle regole deputate alla protezione dei dati, con alta probabilità di sanzioni da parte del Garante per la protezione dei tati personali e la privacy.
Oggi tutte le attività lavorative, anche le libere professioni, sono interessate dall’intelligenza artificiale in modo più o meno significativo: dall’automazione industriale al mondo dell’energia.
Molto presto la diffusione di sistemi complessi sarà così pervasiva e complicata da rendere estremamente difficile l’analisi delle sue implicazioni.
Secondo l’ultimo rapporto del World Economic Forum, con la diffusione dei sistemi d’intelligenza artificiale, nel 2027 verranno creati 69 milioni di nuovi posti di lavoro e 83 milioni sarà la quota di quelli eliminati. Macchine e robot dalle sembianze umane arriveranno a svolgere il 43% delle mansioni contro il 34% delle attuali.
In questo scenario l’azienda ha un ruolo sempre più strategico, abbraccia l’esigenza della formazione continua per sfidare il presente e costruire il futuro.
L’Intelligenza artificiale nelle scuole e università
Le prime sperimentazioni per integrare le tecnologie intelligenti nelle scuole e università si sono svolte nel grande paese Americano, in testa l’utilizzo di ChatGPT, Generative Pre-trained Transformer, ovvero “trasformatore generativo pre-addestrato”.
Il chatbot basato sull’intelligenza artificiale generativa e apprendimento automatico è stato messo in piedi da OpenAI specializzato nella conversazione con un utente umano.
In America alcuni ricercatori hanno aperto la strada alle sperimentazioni per misurare le competenze scolastiche dei software. I risultati sono stati sorprendenti soprattutto in termini di prestazioni durante lo svolgimento degli esami e molti educatori hanno cominciato a pensare a questo software come potenziale alleato per migliorare l’istruzione.
L’Università di Yale potrebbe utilizzare ChatGPT come strumento di apprendimento, ricerca o assistente virtuale per gli studenti.
Mettere a frutto le capacità di questi modelli per migliorare l’esperienza educativa, fornendo agli studenti risorse aggiuntive e nuovi modi di apprendimento e di interazione tra insegnante e alunno, potrebbe essere un obiettivo.
In pochissimi anni siamo passati dai sistemi di machine learning, all’Artificial Intelligence di tipo generativo che potenzialmente sarà in grado in futuro di auto-alimentarsi con i dati.
Se la scuola inizierà ad adottare queste tecnologie, lo scenario lavorativo potrà cambiare radicalmente.
Il White Paper del World Economic Forum
Il white paper del World Economic Forum “Jobs of Tomorrow: Large Language Models and Jobs” indaga su come possano influenzare il lavoro del domani i modelli linguistici di grandi dimensioni (Llm), algoritmi di apprendimento in grado di riconoscere, riassumere e generare contenuti utilizzando set molti ampi di dati.
I Llm potrebbero essere un vantaggio per lo svolgimento di quei lavori che richiedono pensiero critico, capacità di risolvere problemi complessi e creatività. Un vantaggio nei settori dell’ingegneria, della matematica e dell’analisi scientifica per esempio.
Nel rapporto sono esaminate più di 19.000 mansioni descritte in 867 diverse occupazioni che potrebbero essere influenzate dagli Llm: tra i settori più esposti al cambiamento i servizi finanziari e i mercati dei capitali, le assicurazioni.
La diffusione dei sistemi di IA generativa da un lato comporterà la scomparsa di alcuni posti di lavoro, dall’altro favorirà la nascita di nuove professionalità: già ora nel settore del marketing molte aziende stanno cercando esperti che possano utilizzare l’IA per migliorare le loro strategie pubblicitarie con l’intento di rivoluzionare il mondo del “Paid advertising”.
Un vero e proprio “reskilling professionale”, paragonabile a quello vissuto durante l’industrializzazione e la prima era dell’informatica.
Le nuove figure professionali dell’era dell’Intelligenza artificiale
Stiamo assistendo ad una crescita esponenziale della domanda degli specialisti in grado di sfruttare le potenzialità dell’IA per innovare e per garantire un uso responsabile di questi nuovi sistemi complessi.
Una figura professionale inedita è quella del Conversational AI Developer che utilizza la tecnologia per creare annunci pubblicitari interattivi, permettendo agli utenti di interrompere il flusso dell’annuncio e parlare direttamente con uno dei personaggi dello spot per fare domande sul prodotto/servizio. Una nuova modalità di advertising che punta ad aumentare l’interesse degli utenti e migliorare la probabilità di acquisto.
Di grande interesse anche la figura del Decision Science: scienziati dei dati che addestrano algoritmi di apprendimento automatico a prendere decisioni di marketing. Si tratta di algoritmi che assegnano dinamicamente punteggi a un singolo utente o a gruppi di utenti conformi alle norme sulla privacy in base alla propensione all’acquisto che cambia costantemente in base al loro comportamento online.
Ingegneri, sviluppatori, architetti e ricercatori dell’AI saranno considerati i professionisti più ricercati nell’ecosistema aziendale con importanti opportunità di carriera e di guadagno (anche per le giovani risorse). La retribuzione media annua lorda di un Machine Learning Engineer oscilla sin d’ora fra 45mila e gli 84mila euro in funzione degli anni di esperienza.
Le professioni ritenute meno esposte al cambiamento, per ora con una percentuale dell’84%, sono quelle che riguardano l’istruzione e l’orientamento.
Al contrario, i posti di lavoro più a rischio dove anche quattro quinti delle mansioni potrebbero essere automatizzate, sono quelli delle attività linguistiche di routine e ripetitive, tra cui ruoli come autorizzatori di crediti, controlli e impiegati. Nella lista anche sportelli di banca, addetti ai servizi postali, cassieri, impiegati data entry, segretari amministrativi, archivisti, addetti alla contabilità.
Lo scenario tra presente e futuro
Di fronte a dubbi e domande, molti ricercatori sostengono che nessuna macchina intelligente potrà mai sostituire completamente l’essere umano.
L’uomo continuerà a essere essenziale per le sue caratteristiche, creatività, intelligenza emotiva e sociale.
In generale vediamo come il mondo del lavoro richiede la capacità di pensare in maniera analitica e creativa, la motivazione, la curiosità e l’apprendimento costante, buone basi di tecnologia, affidabilità, empatia e ascolto attivo, capacità di leadership. Un insieme di elementi che concorrono a comporre le nuove geografie del lavoro e delle nostre società nell’era dell’IA.
Il vero problema sarà evitare che nel campo di nuovi sistemi intelligenti si propaghi l’effetto “skill gap” che sta penalizzando le aziende in cerca di figure qualificate in tecnologie informatiche e digitali.
Intelligenza artificiale, le nuove geografie del lavoro.