Millenials, Generazione Z e burnout.
Secondo un’indagine che ha preso in esame un campione di più di 1.000 dipendenti italiani, è una nuova preoccupante evidenza.
Lo studio è stato fatto da GoodHabitz, piattaforma internazionale per la formazione aziendale in collaborazione con YouGov.
Quasi un dipendente italiano su 3 (30%) dichiara di aver cambiato o di voler cambiare lavoro a causa di una crescente stanchezza legata alla propria occupazione.
Se già nel 2023, come rivelava una precedente ricerca di GoodHabitz, il 70% dei lavoratori era a rischio burnout, oggi, dagli ultimi dati emerge che poco più di 1 su 2 (55%) si definisce soddisfatto del proprio percorso lavorativo mentre sempre più persone hanno cambiato o stanno valutando di cambiare lavoro per motivi di insofferenza verso la propria mansione (30%).
La percentuale tocca particolarmente i più giovani e cresce per la fascia under 44 (millennial / gen Z) raggiungendo il 34% contro il 28% degli over 45.
Un altro aspetto emerso dallo studio riguarda il contesto lavorativo in cui questa sensazione si manifesta.
La condizione di stanchezza verso il proprio lavoro è più marcata nei grandi contesti aziendali (32% tra i lavoratori di aziende con oltre 250 dipendenti), dove altresì la ricerca di una remunerazione migliore gioca un ruolo cruciale nel desiderio di cambiamento (42% contro il 38% nelle piccole e medie imprese).
Il dato sullo stipendio lascia, inoltre, spazio ad un’altra riflessione importante: sebbene la stanchezza giochi un ruolo cruciale tra chi ha avuto o desidera dare una svolta alla propria carriera, il motivo principale del cambiamento per la maggior parte degli intervistati è di natura economica.
Il 40% dei lavoratori, infatti, è in cerca di una maggiore soddisfazione remunerativa, una percentuale che sale al 44% tra gli under 44.
Ogni anno il 10 ottobre cade il World Mental Health per promuovere il benessere mentale in tutto il mondo.