3 Dicembre 2023

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Decreto legge Energia, ravvedimento operoso scontrini tra le novità

Sostegni alle imprese e agli studenti, tutela del risparmio, bonus bollette e trasporti, misure contro il caro prezzi. Ravvedimento operoso per gli scontrini elettronici. Entrato in vigore il 30 settembre e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 228 il cosiddetto decreto Energia approvato una settimana fa dal Consiglio dei Ministri. Inizia intanto il percorso parlamentare del ddl di conversione del provvedimento.

 “Misure urgenti in materia di energia, interventi per sostenere il potere di acquisto e a tutela del risparmio”.

Il testo contiene disposizioni volte al contenimento degli effetti derivanti dall’aumento dei prezzi del settore energetico e ambientale per l’anno 2023, misure a sostegno del potere di acquisto delle famiglie e agevolazioni a favore delle imprese a forte consumo di energia elettrica.

Le novità del Decreto Energia 2023

Tra le novità del Decreto Energia 2023, secondo quanto si apprende, la modifica del regime delle agevolazioni per le imprese energivore a forte consumo di energia elettrica, disciplinando i presupposti di accesso al regime agevolativo valevoli dal 1 gennaio 2024 e passando dal sistema per la definizione del beneficio basato sugli scaglioni sull’intensità elettrica delle singole imprese ad un sistema di un valore unico per tutte le imprese a parità di specifiche condizioni.

Le violazioni su scontrini, fatture o ricevute fiscali potranno essere regolarizzate ricorrendo all’istituto del ravvedimento operoso.  All’articolo 4 il decreto legge introduce inoltre nuove disposizioni in tema di ravvedimento operoso connesso alle violazioni degli obblighi di certificazione dei corrispettivi, esteso anche alle violazioni già contestate entro il 31 ottobre 2023

Il Decreto aumenta di 7.429.666,47 euro per il 2022- 2023, il Fondo destinato alla corresponsione delle borse di studio per l’accesso alla formazione superiore in favore degli idonei non beneficiari nelle graduatorie degli Enti regionali per il diritto allo studio relative all’anno accademico 2022 2023. Saranno le Regioni (o gli Enti preposti) a ripartire i fondi.

Leggi il Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 51.

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