Non poche perplessità sta creando tra gli addetti ai lavori l’individuazione del mese di partenza della liquidazione del TFR in busta paga. Il via all’operazione di liquidazione della Quir si avrà con l’entrata in vigore del DPCM 29/2015, il prossimo 3 aprile. Il Decreto prevede che la liquidazione della QUIR avvenga a partire dal mese successivo a quello in cui esercita la scelta il dipendente, meccanismo in qualche modo analogo a quello della scelta del TFR. Ricorderà il lettore, infatti, che la scelta del dipendente di adesione alla previdenza complementare produce effetto dal mese successivo a quello di scelta.
Il problema sta nel fatto che la norma istitutiva del TFR in busta paga, (legge 190/2014), prevede che a partire da marzo 2015 il dipendente possa ricevere la liquidazione, situazione resa impossibile dal DPCM che arrivato in ritardo, e anche grazie alla valenza della scelta il mese successivo, rende marzo non godibile per tutti i dipendenti.
L’ipotesi più plausibile, al momento, e che il Ministero del Lavoro e l’Inps, nelle circolari di commento di prossima emanazione, possano avallare una liquidazione in arretrato della Quir.
Questo significherebbe un ulteriore adeguamento del flusso uniemens. Infatti l’Inps sta predisponendo all’interno dell’uniemens i campi necessari per la gestione delle Quir. Per quanto ci è dato sapere nella versione iniziale in bozza delle istruzioni non era prevista la possibilità di gestione dell’arretrato.
Sicuro è che il dilemma della partenza della QUIR non sta togliendo il sonno ai datori di lavoro e ai dipendenti, visto lo scarso interesse manifestato da questi ultimi. (Daniele La Rocca – 7grammilavoro.com)