Con sentenza 13266 del 28 maggio 2018, la Corte di Cassazione ha affermato che deve considersi legittimo un licenziamento disciplinare comminato a seguito di un’indagine a ritroso sul pc in dotazione al dipendente, da cui si riscontri un utilizzo dello stesso per finalità extra-lavorative.
La Suprema Corte ha difatti affermato che pur dovendosi garantire il rispetto della riservetezza e della dignità del lavoratore, se i dati in questione risultano estratti al fine di tutelare un bene aziendale, essi possono essere legittimamente utilizzati in una procedura disciplinare.
Fonte: Corte di Cassazione