Cassazione: condannato il datore di lavoro per morte del lavoratore dovuta ad inesperienza e mancanza di formazione
Colpevole il datore di lavoro per la morte del lavoratore anche se quest’ultimo sia stato imprudente
Con la sentenza n. 27787/2019, la Corte di Cassazione ha stabilito che nel caso di morte del lavoratore, anche se dovuta ad imprudenza dello stesso, risulta colpevole il datore di lavoro che non abbia erogato la dovuta formazione in considerazione della mansioni svolte.
La massima della Corte di Cassazione
Nello specifico la Suprema Corte ha affermato che “si configura in capo al datore di lavoro il reato di omicidio colposo ascritto con inosservanza della disciplina prevenzionistica sul lavoro laddove non avendo il lavoratore ricevuto un’adeguata formazione sul contenuto della prestazione lavorativa, né verificabili prescrizioni lavorative sui limiti cui era tenuto il suo intervento, la sua condotta, benché imprudente e avventata, non può assurgere a causa esclusiva dell’infortunio occorso quando, come nella specie, il sistema di sicurezza apprestato dal datore di lavoro presenti delle evidenti criticità”.
Conclusioni
In buona sostanza, dalla sentenza di cui si discute, emerge che anche nel caso in cui la condotta del lavoratore risulti essere abnorme e non prudente, ciò non può escludere eventuali responsabilità del datore di lavoro qualora, come nel caso di specie, si palesi un nesso tra la morte del dipendente e violazione delle norme antinfortunistiche.
Cassazione: condannato il datore di lavoro per morte del lavoratore dovuta ad inesperienza e mancanza di formazione
Fonte: Corte di Cassazione